"Io da grande voglio fare il mafioso, voglio uccidere tutti i
giudici e, se capita, pure qualche carabiniere e poliziotto
perché ci stanno antipatici ed è un lavoro che rende,
perché più uccidi e più soldi fai e più
rompiscatole togli dai piedi. In questo lavoro non c’è mai
disoccupazione, c’è sempre lavoro, se ci sai fare, se stai zitto
e se hai fortuna".
(26.07.2000 Relazione sullo stato della lotta alla criminalità
organizzata in Calabria-Il presidente del Centro comunitario Agape,
Mario Nasone, e vicepresidente nazionale del MOVI, ha riferito le
parole di un ragazzo di appena dodici anni)
In un
intervista il Sost. Procuratore Antimafia Roberto
PENNISI dichiarera’ che "la ‘ndrangheta non ha rapporti con la
politica e non ha rapporti con l’economia ma è politica ed
economia essa stessa."
Nel settembre 2000( sulla Stampa)-il procuratore aggiunto della Dda di
Reggio Calabria, Salvatore Boemi dira’ :
""In realtà la grande criminalità calabrese e siciliana,
si presenta come entità economica, molto attenta alle dinamiche
del mercato. Gli appalti pubblici restano all’apice dell’interesse
mafioso, così si controlla il mercato del lavoro così si
diventa riferimento naturale di larghi strati sociali di disoccupati,
soprattutto dei giovani. "
( “’Ndrangheta e Cosa Nostra stanno sempre con il potere, e in modo
subdolo. Mi spiego: esprimono grandi capacità di utilizzare al
meglio le potenzialità del momento. Hanno colluso con la
monarchia, con la repubblica, con il centrodestra e anche con il
centrosinistra. Non hanno ideologia, scelgono uomini “compiacenti”.)
"La Calabria è una regione piena di contraddizioni: Continue reading